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La patata e le sue sorelle

 

 

La patata e le sue sorelle: non chiamatele povere
Varietà e fogge diverse la rendono ottimale in un grande 

numero di preparazioni

Anche le patate vantano in Alto Adige una storia piuttosto particolare e lunga. Kartoffeln in tedesco, localmente sono chiamate soprattutto"Edäpfel", pomi di terra. Secondo la tradizione la patata fece la prima comparsa in Val Venosta e di li iniziò a diffondersi lentamente verso est in modo che presto si tentarono le prime coltivazioni anche a Luson e in Val Pusteria. Lungo la sua strada di espansione il gustoso tubero non mancò di entrare nell'aneddotica locale tanto che venne associato alla contadina Pineider, che trovatone per caso uno per strada lo avrebbe piantato nel proprio orto a Funes, dando il via alla sua coltivazione in Val d'Isarco. Un tempo si coltivavano varietà oggi cadute in disuso: come le"Freineler", le"Sulzhorner" e le"Roseler" considerate al tempo quasi miracolose. Si sa infatti che la patata, coltivata in condizioni favorevoli fino a 1800 metri di altitudine contribuì non poco a salvare le popolazioni di montagna dalla fame. Oggi che la coltivazione delle varietà più pregiate paga meglio della frutta, molti sono tornati a piantarla nei propri terreni, tanto che in Val Pusteria, uno dei maggiori centri di produzione, una cooperativa presente anche nella grande distribuzione, sta ottenendo ottimi risultati. La patata è, infatti uno degli ingredienti principali della cucina locale, dove tiene botta addirittura con i canederli. Hansi Baumgartner, esperto di formaggi si è cimentato anche con il tubero e consiglia la Majiestic a pasta bianca per la purea e gli gnocchi. La Desiree, molto coltivata, un po' per tutte le cotture, mentre la Siglinde, a pasta gialla, per arrostire e da fare al forno. Oggi stanno tornando di moda anche alcune vecchie varietà come la"Ackerseegen".
La Kippfler ritrova nuovi appassionati e adepti specialmente per le sue applicazioni in cucina per l'insalata di patate. Certo non si raggiungerà più l'estensione delle colture registrate negli anni trenta grazie alle sovvenzioni statali, ma l'applicazione di tecniche moderne consente di recuperare terreni e di rendere vantaggiosa la pratica agricola.